
NOME DELLA SPECIE:
(Ursus arctos marsicanus)
ECOLOGIA DELLA SPECIE:
L’originaria distribuzione dell’orso
bruno in Europa riflette la sua ampia adattabilità
a condizioni ambientali anche molto diversificate.
L’orso trascorre gran parte del suo tempo
nel fitto dei boschi, soprattutto di latifoglie,
ma frequenta anche praterie, zone rocciose, coltivi
ed altri ambienti in funzione delle esigenze biologiche
ed eco-etologiche: alimentazione, rifugio, letargo,
accoppiamento.
La dieta è sostanzialmente di carattere
vegetariano (per oltre il 90% l’orso si
ciba di erba, frutti carnosi e secchi), tuttavia
non disdegna nella stagione estiva insetti (che
ricerca attivamente, ma che rappresentano il 10%
della dieta) e carcasse di animali può
inoltre arrecare danni al bestiame domestico e
agli apiari.
La dieta onnivora dell’orso è correlata
alla sua dentatura, con canini e molari sviluppati,
ed a adattamenti del suo tratto digerente con
struttura da carnivoro ma adattato alla digestione
ed all’assorbimento di cibo vegetale.
La specie è caratterizzata da un basso
tasso riproduttivo legato ad una tarda maturità
sessuale ed a protratti cicli riproduttivi: le
femmine si riproducono infatti ad intervalli di
3-4 anni.
La dimensione media della figliata è di
circa 2-4 cuccioli che raggiungono l’indipendenza
a circa un anno e mezzo, due anni e mezzo di età.
L'Orso, come molti
carnivori è presente a basse densità
di popolazione e si muove su ampi home range.
Il suo home range può infatti variare da
10 a 300 kmq per ogni individuo, maggiori per
i maschi, a seconda delle caratteristiche ambientali
e soprattutto della ricchezza di risorse alimentari
(home range dei maschi di 1.600 kmq e 128 kmq
rispettivamente in Svezia e Croazia ed home range
delle femmine di 225 e 58 kmq rispettivamente).
Sono inoltre documentati per i giovani maschi
in dispersione spostamenti su aree anche molto
ampie e fino a 12.000 kmq.
Un fattore potenzialmente limitante per la distribuzione
della specie sul territorio è la disponibilità
di siti di svernamento, che richiedono aree impervie
e lontane da insediamenti e dal disturbo antropico.
In tal senso anche la topografia può risultare
determinante essendo le pendenze accentuate generalmente
associate a una ridotta presenza antropica.
DISTRIBUZIONE GENERALE DELLA SPECIE A LIVELLO
EUROPEO E NAZIONALE. EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE:
L’Orso bruno
(Ursus arctos)
ha una distribuzione oloartica ed è presente
in tutto l'emisfero nord tra il 35° e il 65°
parallelo. L'areale di
distribuzione attuale si estende in Europa,
Asia e Nord
America dalla tundra artica agli habitat
desertici, dalle vaste foreste subartiche (Alaska,
Canada, Siberia) ai massicci montagnosi delle
regioni temperate d'America, d'Europa e d'Asia.
L’orso bruno era originariamente diffuso
in gran parte d’Europa (escludendo le maggiori
isole) ma, in epoca storica, la crescente espansione
umana, la distruzione e frammentazione degli habitat
idonei alla specie connessa alle modifiche nelle
pratiche agricole ed alla deforestazione, oltre
che la persecuzione diretta, hanno determinato
una contrazione dell’areale.
Oggi l’orso bruno dispone di vasti spazi
vitali soltanto nel nord della Scandinavia e nella
Russia. L’attuale popolazione europea è
stimata in circa 50.000 orsi (circa 14.000 fuori
della Russia) in un’area di circa 2,5 milioni
di kmq (800.000 kmq fuori della Russia) distribuiti
in popolazioni di diversa consistenza: due ampie
(>= 5.000 individui), tre medie (500-5000 individui)
una piccola (100-500 individui) e sei molto piccole
(< 100 individui).
Nell’Europa meridionale, il suo areale è
frammentato tra differenti popolazioni: Spagna
(50-65), Grecia (110-130), Albania (250), ex-Yugoslavia
(2000), Italia (40-80), Francia (4-6), Austria
(20-25).
In Italia esistono tre popolazioni disgiunte:
la popolazione più importante è
situata nell'Appennino
Centrale e comprende circa 40-50 individui
rappresentati dalla sottospecie Ursus
arctos marsicanus geneticamente differenziata
dall’orso bruno europeo; un nucleo relittuale
con meno di 5 individui sussiste nella Provincia
di Trento recentemente oggetto di interventi di
reintroduzione; infine, da qualche anno, orsi
provenienti dalla Slovenia stanno colonizzando
un'area alpina nella provincia di Udine.
Nell'Appennino Centrale, oltre all'area del Parco
Nazionale d'Abruzzo e della sua zona di
protezione esterna, il suo areale
comprende: la Maiella,
l'Alto Molise,
il sistema Velino-Sirente,
gli Ernici-Simbruini,
il Monte Genzana,
il Gran Sasso ed
i Monti della Laga,
i Monti della Duchessa
e le montagne del Reatino.
DIMENSIONI DELLA POPOLAZIONE OGGETTO DELL'INTERVENTO:
Nel 1985 sono stati stimati nell’area del
Parco Nazionale d’Abruzzo,
tramite tecniche di conta delle orme su neve,
un numero di circa 50 orsi e, per estrapolazione
dei dati all’intero areale veniva stimata
una popolazione complessiva di circa 70-80 orsi.
Stime relative alla reale dimensione della popolazione
oggi ancora presente forniscono un valore di circa
40-50 individui oggi presenti. Le recenti acquisizioni
scientifiche circa la consistenza della popolazione,
stimata su basi genetiche, da parte del Corpo
Forestale dello Stato forniscono un primo
quadro per una parte del suo areale e confermano
il precario stato di conservazione ed il rischio
di estinzione della popolazione centro appenninica.
Nell’area del Parco
Sirente-Velino è stata stimata una
presenza stabile di circa 3-5 individui pari a
circa il 5-10 % della popolazione presente nell’intero
areale di distribuzione.
Assumendo che l’area del Parco
Nazionale d’Abruzzo costituisca l’area
a maggiore densità di orsi sull’Appennino,
essendo l’area sottoposta a tutela sin dal
1923, siamo portati a ritenere che l’area
del Sirente-Velino
sia una importante zona
di connessione, o “linkage
zone”, nel sistema di aree protette
dell’Appennino centrale. L’area del
progetto sembrerebbe inoltre interessata di recente
da un processo di espansione della popolazione
di orso a partire dal Parco Nazionale d’Abruzzo
verso le aree limitrofe. 
Presenze di orso nel Massiccio del Sirente-Velino
sono storicamente documentate con segnalazioni
continue nel corso dell’ultimo secolo. A
partire dal 1996 con l’avvio delle attività
di monitoraggio dell’orso, realizzate nel
corso dei progetti LIFE e del Progetto Ponte,
hanno confermato la presenza stabile della specie
nell’area.
Il Primo Progetto Life “Habitat Gole Rupestri”
ed il Progetto Ponte Life I-Life II hanno evidenziato
come il comprensorio del Parco Sirente-Velino
costituisca un area di transito e di alimentazione
per individui provenienti dal vicino Parco Nazionale
d’Abruzzo. Il Secondo Progetto LIFE ha messo
in evidenza l’importanza dell’area
anche per il rifugio, il letargo e la riproduzione.
In particolare l’area risulta oggi interessata
dagli spostamenti non solo di individui erratici
e/o in dispersione ma anche di individui svernanti,
riproduttivi e da femmine con cuccioli.
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