PARCO SIRENTE VELINO

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Salviamo l'Orso - 2003/2007

 

Stato di fatto | Aspetti morfologici | Flora e fauna
Valori storico-culturali | LifeNatura per l'orso

ph. A. Vescovo
Parco Regionale Sirente Velino

 

Stato di fatto
Flora e fauna
Il territorio del Parco è interessato dalla presenza di diciassette Siti di Interesse Comunitario (S.I.C.) e da una Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.), che praticamente coincide, o quasi, con i confini del Parco, che quindi occupa zone considerate dall’Unione Europea di particolare interesse e riconosciute di rilevanza internazionale.

Il Parco Sirente-Velino appartiene alla regione biogeografica mediterranea, ma ha caratteristiche di spiccata continentalità. Al suo interno sono presenti numerosi tipi di habitat naturali, alcuni dei quali sono inclusi nell’Appendice della Legge dell’Unione Europea 92/43. La presenza di questi diversi habitat rende il Parco un’importante riserva di biodiversità con una non comune ricchezza naturalistica. Il territorio è compreso tra i 600 m.s.l.m. della Valle dell’Aterno e i circa 2500 metri del Monte Velino. Il forte gradiente altitudinale ed espositivo permette la presenza di diverse realtà ambientali, creando una gran varietà di ambienti. Va, infatti, dagli ambienti ripariali della media Valle dell’Aterno ai pascoli dei piani carsici, dai boschi dei versanti (in accordo con i tipici schemi vegetazionali dei massicci calcarei) ai ghiaiosi coni alluvionali. Inoltre, il clima particolarmente rigido permette la permanenza delle nevi fino a primavera inoltrata, favorendo le condizioni per specie vegetali e animali solitamente presenti sui rilievi più elevati.

La flora è ricca in specie endemiche, rare, interessanti o protette da leggi regionali o nazionali. Tra i relitti glaciali troviamo il raro Alium lineare, l’Arctostaphylos uva-ursi, l’Aster alpinus, la Linaria alpina, la Silene acaulis e alcune sassifraghe, tra gli endemismi c’è il Geum heterocarpum, che vive solo ai Prati di Canale sul versante settentrionale della cresta del Sirente; mentre, endemiche dell’Appennino abruzzese, sono la Potentilla apennina, la Centaurea ceratophylla, la Valeriana saliunca, l’Adonis distorta e il Ranunculus magellensis; tra le specie particolarmente rare ci sono la Nigritella widderi, la Daphne mezereum, la Fritillaria tenella, la Viola eugeniae, il Ptilotricum cyclocarpum e la Gentiana lutea. Significativa è anche la presenza di numerose piante medicinali, come l’Atropa belladonna, il Viscum album, la Borago officinalis, la Satureja montana, la Digitalis ferruginea e la Convallaria majalis E’ anche importante l’abbondanza dei fruttiferi, tra i quali ricordiamo il Rubus idaeus, la Fragaria vesca, la Rosa canina, le Pyrus spp., le Malus spp., le Sorbus spp., l’Amelanchier ovalis, il Cotoneaster nebrodensis, il Prunus avium, il Ribes rubrum, il Ribes alpinum e il Ribes uva-crispa. Tra gli alberi c’è la presenza di alcuni nuclei relitti di Betula pendula, Ilex aquifolium e Taxus baccata. I boschi più estesi sono quelli di Fagus sylvatica, insieme a numerose altre specie di alberi alle medie altitudini, le faggete, sporadiche sul Monte Velino, sono invece presenti ai Piani di Pezza; e un ampio e continuo bosco si estende per dodici chilometri dall’Anatella, vicino Rovere, fino a Gagliano Aterno. Sono presenti anche quercete miste prevalentemente a Quercus cerris, con Acer spp., Corylus avellana, Salix spp., Ostrya carpinifolia, Populus tremula, questi boschi possono essere anche di significative dimensioni, come quello del versante destro della Valle dell’Aterno. Magnifici alberi secolari possono essere trovati ovunque nel Parco, faggi all’Anatella e a Capo Pezza, roverelle nella Valle dell’Aterno e a Santa Maria in Valle Porclaneta. E’ degna di nota l’intensa attività umana, che, principalmente nel passato, ha cambiato ed è intervenuta sulla naturalità degli ambienti, sia in modo negativo che in modo positivo.

L’intera area presenta la seguente composizione vegetale: circa 25% di boschi decidui, 25% di praterie aride o steppe, 10% di praterie umide e di mesofite, 10% di brughiere, boscaglie, macchie, garighe e fingance,7% di terreni agricoli, 5% di praterie alpine e subalpine, e in misura minore da corpi d’acqua interni stagnanti e correnti, colture cerealicole estensive, boschi di sempreverdi, habitat rocciosi e impianti forestali a monocoltura.

Anche la fauna è molto ricca, oltre a essere il Parco un importante corridoio di collegamento tra molti parchi nazionali e riserve naturali e il serbatoio faunistico del Parco Nazionale d’Abruzzo. Il territorio offre vaste aree d’interesse vertebratologico con una significativa estensione e continuità. Negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni di avvistamenti o di segni di presenza dei grandi carnivori quali: l’Ursus arctos, il Canis lupus e il Felis sylvestris, sicuri indicatori del grado di naturalità dell’area. Altre importanti presenze sono, tra i Mammalia: l’Hystrix cristata, la Martes martes, la Mustela putorius, il Meles meles, il Muscardinus avellanarius, l’Eliomys quercinus, il Glis glis, il Microtus nivalis, il Sus scrofa, il Capreolus capreolus, il Cervus elaphus (reintrodotto), la Lepus europaeus; tra gli Aves: l’Aquila chrysaetos, il Falco peregrinus, il Falco biarmicus, l’Accipiter nisus, il Falco tinnunculus, il Buteo buteo, l’Accipiter gentilis, il Bufo bufo, l’Otus scops, l’Asio otus, il Dendrocopus major, il D. minor, il D. medius, il Picus viridis, la Montifringilla nivalis, il Pyrrhocorax pyrrhocorax, il Pyrrhocorax graculus; il Gyps fulvus e il Corvus corax sono il risultato di due progetti di reintroduzione della Riserva Naturale Orientata del Monte Velino; la presenza di aree umide e di temporanee o persistenti pozze permette la sosta, per lo più sporadica, di alcuni uccelli migratori, come la Ciconia ciconia, la Grus grus, l’Ardea cinerea, l’Ardea purpurea, e di alcuni anatidi (Anas spp., Aythya fuligula); tra gli Amphibia e Reptilia è degna di nota la presenza della Salamandra salamandra, del Triturus cristatus, del Triturus vulgaris, della Bombina variegata, della Rana esculenta e della rara ed endemica Vipera ursinii.

L’importanza entomologica del Sirente-Velino è ben conosciuta agli specialisti per il gran numero di specie rare, relitte o endemiche, che vivono alle alte quote, e testimoniano il buono stato di salute degli ambienti; l’area del Parco è, inoltre "Patria tipica" per molte specie entomologiche, per patria tipica si intende quella zona dove la specie è stata descritta per la prima volta; ben conosciuti dagli entomologi sono i lavori di Leoni e di D’Amore Fracassi, che effettuarono le loro ricerche sul Massiccio del Sirente agli inizi del Secolo. Le specie entomologiche più rappresentative sono: il Parnasius apollo, il Decticus aprutianus, l’Otiorhynchus sirentensis, l’Otiorhynchus leonii, l’Orobitis cyaneus, il Tropiphorus imperialis, il Chiloneus lonai, il Carabus cavernosus e la Rhadinopsylla esacantha.

Nel Parco Sirente-Velino, accanto a valori naturalistici "puntiformi", endemismi, relitti glaciali, specie rare iscritte nelle "Liste Rosse" regionali, nazionali e internazionali, specie al limite del loro areale, troviamo ambienti d’indubbio valore complessivo, dato dalla continuità della loro estensione, come le faggete e i querceti misti, gli splendidi ambienti rupestri delle Gole di Aielli-Celano o le notevoli praterie d’alta quota del Velino e del Sirente.


da: Risorse naturali nel Parco Regionale Sirente-Velino
Sintesi: Archivio Documentazione Ente Parco

 

ph. A. Vescovo
Sezione LifeNatura a cura di Indeent