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Danni fauna selvatica, pagata annualità 2018

Fauna selvatica e danni all'agricoltura: pagate le annualità del 2018. Per il presidente e il Commissario dell'ente Parco Sirente Velino resta alta l'attenzione.

( Rocca di Mezzo, 18 Febbraio 2020 )

È stata pagata l’annualità del 2018 per i danni da fauna selvatica nel Parco naturale regionale Sirente Velino.

“Un passaggio importante che ci mette quasi in linea a fronte dei numerosi danni causati negli ultimi anni dalla fauna selvatica, in particolare cinghiali e cervi che hanno messo a dura prova la nostra economia agricola”, è il commento rilasciato al Capoluogo dal commissario dell’ente Parco Sirente Velino, Igino Chiuchiarelli.

La fase di liquidazione dell’annualità 2018 per i danni provocati alle coltivazioni e agli allevamenti dalla fauna selvatica nel Parco naturale regionale Sirente Velino si è conclude proprio in questi giorni.

Il verificarsi dei danni alle colture, soprattutto a causa dei cinghiali e dei cervi, ha raggiunto proporzioni elevate anche nell’anno 2018, mettendo a dura prova la sopravvivenza delle aziende agricole e zootecniche.

Come per il pagamento dei danni del 2017, anche per il 2018 la cifra resta in linea e si aggira intorno ai 100 mila euro.

L’importanza è duplice – chiarisce il commissario – perchè l’anno scorso abbiamo pagato annualità con ritardo per una serie di contingenze, quest’anno c’è stata la ristrutturazione di tutta la parte organizzativa per le verifiche e le liquidazioni.

Nonostante l’attuazione delle attività di contenimento, sia all’esterno che all’interno del territorio protetto, la predazione operata dal lupo, il carico di cinghiali e dei cervi è ancora elevato.

“Stiamo facendo il possibile – spiega il Commissario Igino Chiuchiarelli – ma non è ancora sufficiente e ce ne rendiamo conto. Intanto diamo ristoro alle aziende agricole cercando di stringere i tempi per l’erogazione del contributo che, dopo l’autorizzazione avuta dalla Commissione Europea nel 2018 per il superamento del de minimis, copre il 100% del danno”.

Il Parco tiene in debita considerazione le attività socio-economiche delle comunità che vivono all’interno dell’area protetta, è una priorità di questa gestione. I fondi sono stati trasferiti dalla Regione Abruzzo con l’intervento dell’assessore Emanuele Imprudente che ha ben presente il problema”.

“Abbiamo messo su un sistema di verifica della veridicità delle domande sia con verifica a campione della messa a coltura che successivamente al danno. Ma l’azione deve essere migliorata e potenziata, soprattutto sul contenimento del numero dei capi con una gestione delle gabbie di cattura efficace e produttiva. Comunque posso esprimere soddisfazione per aver concluso il percorso in tempi ragionevoli, dovendo anche riformulare l’assetto organizzativo delle verifiche e liquidazioni”, conclude il commissario.

“Infatti – aggiunge il Presidente della Comunità del Parco Francesco D’Amore – quest’anno si proverà ad affidare la gestione delle gabbie all’esterno, sempre sotto il controllo dell’Ente, ma svincolando da orari di lavoro prefissati e da una collaborazione volontaria. Abbiamo avuto l’autorizzazione da Ispra per continuare il contenimento con la raccomandazione ad incentivare il numero delle catture e a non rilasciare animali catturati. È in lavorazione il nuovo piano di contenimento per il triennio 2021/2023 che sarà quanto più esaustivo e completo per la risoluzione del problema”.

Il presidente ha inoltre ricordato che, “anche il Parco regionale Sirente Velino ha attivato già da qualche anno la prima filiera delle carni di cinghiale in Abruzzo che prevede anche la fase di commercializzazione fidelizzata. Anche se l’obiettivo rimane la riduzione del numero dei capi in questo modo si garantisce anche una valorizzazione della risorsa”. (Il Capoluogo)

Danni fauna selvatica, pagata annualità 2018
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