Incubo cinghiali, gabbie in arrivo

Ritardi nei pagamenti e scorribande dei cinghiali stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura della Valle Subequana. Solo la notte scorsa un campo di 4 ettari, seminato a ceci nel territorio di Castel di Ieri, è stato completamente devastato dagli ungulati. Ora per il rimborso di oltre 2mila euro potrebbero passare anni. Una situazione che accomuna tutte le aziende del territorio.

«Quando denunciamo un danno causato dagli animali selvatici», spiegaGiovanni Calcagni, agricoltore di Castelvecchio Subequo, «il rimborso non solo arriva con ritardo anche di anni, ma spesso non copre il 100% della richiesta. Così siamo costretti ad accollarci costi che col passare del tempo, diventano sempre più insostenibili per tutte le aziende». Un circolo vizioso generato soprattutto dall’elevato numero di cinghiali che si cibano delle colture nella zona. Scorribande che solo l’anno scorso hanno generato denunce per un importo di circa 200mila euro. Da qui, la necessità di ridurre il numero degli ungulati, anche tramite l’utilizzo di gabbie per la cattura. Mossa tentata dal Parco regionale Sirente Velino.

«Al momento stiamo lavorando per cercare di ottenere le varie autorizzazioni necessarie al posizionamento delle gabbie e contenere il numero degli ungulati», dice il direttore del Parco, Oremo Di Nino.

Le gabbie sistemate con successo anche in altre realtà, consentono di catturare più animali con meno spesa anche rispetto agli abbattimenti selettivi. Ma sulla questione non tutti sono d’accordo. Infatti, la presenza delle gabbie potrebbe andare a cozzare con gli interessi dei cacciatori, molto probabilmente più interessati agli abbattimenti a suon di fucilate. A placare la fame dei molti cinghiali ci stanno pensando i semi delle colture. Il tutto fa aumentare le richieste di rimborso che quest’anno potrebbero avere un nuovo salatissimo conto. (Fonte: Il Centro)