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Tre nuovi "arrivati" sul Sirente.

La presenza del camoscio sul Sirente è una scommessa vinta.

( Rocca di Mezzo, 18 Agosto 2014 )

Oggi un nuovo viaggio Majella-Sirente con biglietto di sola andata, con punto d'atterraggio Mandra Murata, località di rilascio, per altri tre camosci che andranno ad aumentare la popolazione già presente sul Massiccio del Sirente nel Parco Regionale Sirente Velino.

Majella, una femmina di 5 anni, Oremo, un giovanissimo camoscio yearling di circa 1 anno e Luca sono i nuovi abitanti rilasciati con il progetto “Life Coornata” finanziato dall’Unione europea.

A 1.800 metri d'altezza, sotto l'occhio vigile del personale del settore scientifico delle due aree protette, i tre camosci, in arrivo dal Parco Nazionale della Majella (zona Murelle) a bordo di un elicottero, segnano la prosecuzione del progetto che vede i parchi centro appenninici fare gioco di squadra per ampliare la popolazione di camosci nel cuore della regione verde d'Europa.

In quest’area, tutelata dal Parco per la buona riuscita del progetto, i tre esemplari sono attesi dagli altri compagni di viaggio per incrementare la nuova popolazione del camoscio appenninico.

Infatti ora si può parlare di ben 21 unità tra cui 5 nuovi nati sulle falde del Sirente.

"La strada della collaborazione tra le aree protette", afferma con orgoglio il Presidente del Parco Regionale Sirente Velino, il Dott. Angelo Simone Angelosante, "ha prodotto ottimi risultati, sia in termini di promozione e tutela del territorio che di conservazione e sviluppo della biodiversità e salvaguardia delle attività produttive delle comunità locali. La reintroduzione di questi tre esemplari di camoscio sul Sirente è stata possibile questa volta grazie alla completa disponibilità e collaborazione dei Parco Nazionale della Majella, ma mi preme ringraziare anche gli altri Parchi per quanto fatto finora. E sono fiero di comunicare che sono presenti ben 5 nuovi piccoli camosci!"

Nei giorni a seguire continueranno le operazioni di cattura di esemplari da trasferire sul Sirente allo scopo di  arrivare a reintrodurre una popolazione di almeno una trentina di capi per garantire un'esistenza a lungo termine.

«Questo è l'obiettivo da raggiungere», ribadisce il Direttore del Parco, Arch. Oremo Di Nino, «perché la reintroduzione possa essere un successo. Dopo vent'anni siamo finalmente riusciti a dare il nostro contributo alla salvaguardia di una specie faunistica di altissima valenza tra le più rare in Italia. Infatti  Il camoscio appenninico (nome scientifico Rupicapra pyrenaica ornata, da non confondere con il camoscio alpino), è una sottospecie endemica per l'Italia, e questo significa che tale animale si trova esclusivamente nel nostro Paese e in nessun altra parte del mondo." Quindi "Il gioco di squadra e l'impegno del personale interno ed esterno del Parco insieme ai vertici delle aree protette sono stati vincenti». L’operazione è realizzata in collaborazione con i Comuni di Celano, Ovindoli, Gagliano Aterno, Rocca di Mezzo, Secinaro, l’amministrazione separata dei beni civici di Rovere e il Corpo forestale dello Stato.

A tal proposito si comunica che Il Parco Regionale Sirente Velino, per salvaguardare gli animali reintrodotti ha istituito, d’accordo con i comuni e in collaborazione al Cfs, un’area specifica di tutela del camoscio appenninico. E' stato quindi prorogato fino al 31 dicembre 2014 il divieto di accesso nell’“Area specifica di tutela del camoscio appenninico” istituita in accordo con i Comuni, nella quale proseguono infatti le attività di reintroduzione del camoscio appenninico nel Parco.

E’ importante che i camosci fondatori della nuova popolazione, che quest’anno ha visto la nascita dei primi cinque camosci, abbiano a loro disposizione uno spazio indisturbato dove alimentarsi e riprodursi

Siamo perciò a chiedere a tutti, residenti, fruitori e visitatori di collaborare.

Il camoscio appenninico classificato come “vulnerabile”, costituisce un'entità faunistiche molto rara, specie prioritaria nella Direttiva Habitat 92/43/della Cee e in altri regolamenti comunitari.

 
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